Il copyleft

La libera distibuzione di contenuti in Rete, alla base delle attività dell’associazione culturale “Liber Liber”, si sta sempre più diffondendo. Non ci riferiamo allo “scaricamento” di musica, film, software eccetera attraverso il  peer to peer, attività illegale in quanto non rispettosa del copyright (il “diritto d’autore”), ma alla distribuzione di materiale non più coperto da diritti o di materiale che l’autore decide autonomamente di mettere a disposizione di tutti gratuitamente.

Recentemente si sta sempre più diffondendo la “filosofia” del copyleft, una storpiatura di  copyright, dove left (in Inglese “sinistra”, anche in senso politico, ma pure “lasciato”) si contrappone a right (“diritto”, ma anche “destra”).

Il copyleft non nega il diritto d’autore, ma consente che dell’opera di ingegno (testo, software, musica eccetera) si possa fare libero uso, purché non a fini di lucro e citandone l’autore. Per fare un esempio, un libro copyleft può essere liberamente fotocopiato, ma non si può venderlo o dichiararsene autori. Il copyleft è anche alla base del software libero: per semplificare, tutti possono adoperarlo, ma nessuno, ad esempio aziende come la I.B.M., può ricavarci del denaro sfruttando le capacità dei programmatori.

In merito alle questioni del diritto d’autore e della libera distribuzione dei lavori intellettuali, si rimanda alle riflessioni del collettivo di scrittori Wu Ming, attualmente (gennaio 2006) ospitate nella sezione “Omnia sunt communia” del sito www.wumingfoundation.com .

Altre considerazioni sono presenti sul sito www.scarichiamoli.org.

Vedere anche i seguenti articoli della guida “Docente online” di LiberScuola: