Luoghi comuni da sfatare
I luoghi comuni a nostro avviso più ricorrenti a proposito dei rapporti tra didattica e informatica sono i seguenti:
- gli studenti sanno usare il computer meglio degli insegnanti;
- sono necessari elaboratori potenti e costosi;
- Internet nasconde dei pericoli;
- l’uso del personal computer è facile; l’uso del personal computer è difficile.
1) Gli studenti sanno utilizzare il computer meglio degli insegnanti
La prima affermazione, a rigor di logica, non può essere vera. In effetti alcuni studenti sono davvero predisposti all’utilizzo del PC (Personal Computer) ed hanno competenze di ottimo livello, almeno nelle scuole superiori; in generale, tuttavia, non appare davvero plausibile che un ragazzino sia in grado di fare qualcosa di proibitivo per un laureato che ha superato difficili esami, come la maggior parte dei docenti. Gli studenti “smanettoni” hanno forse un vantaggio psicologico: con spensieratezza tipicamente giovanile, non hanno paura di rompere il computer; gli adulti, invece, temono spesso che qualche operazione inopportuna, qualche tasto premuto di troppo possa provocare dei guasti; non è così: ad eccezione di casi particolari, è davvero difficile danneggiare irrimediabilmente un PC, per cui, forti di questa consapevolezza, è possibile operare più tranquillamente.
Come ogni docente sa bene, le “capacità mentali” di un adolescente non possono competere con quelle di un adulto colto; al limite, dunque, gli insegnanti possono semplicemente trovarsi nella situazione di recuperare uno svantaggio “operativo”, come tale facilmente colmabile. Non va inoltre dimenticato che non tutti gli studenti hanno a casa un PC.
La maggior parte dei ragazzi utilizza e considera il PC come strumento di svago e spesso non si pone il problema di comprenderne a fondo il funzionamento; si può rimanere quindi colpiti dalla velocità con la quale gli studenti eseguono determinate operazioni, ma questa è a volte semplicemente “meccanica”, “operativa”, acritica.
2) SONO NECESSARI ELABORATORI POTENTI E COSTOSI
Sarà certamente capitato di sentire definire “superato” un computer di qualche anno fa. In linea di massima, infatti, ogni nuova versione di un programma (Word, Works, Excel, Internet Explorer, Netscape Navigator etc.), o di un sistema operativo (la “base” che permette il funzionamento dei programmi, ad esempio Windows 98) richiede computer più potenti (generalizzando: più recenti). Un televisore o un videoregistratore di dieci anni fa continuano oggi a fare egregiamente il loro dovere; un computer della stessa età, pur funzionando ancora benissimo, è praticamente inutilizzabile.
Non sempre nelle scuole italiane sono disponibili laboratori di informatica aggiornati o, più in generale, elaboratori “potenti”, dell’ultima generazione. È necessario però riflettere sul fatto che attorno al mondo dell’informatica gravita un business miliardario e che, di conseguenza, le strategie di marketing tendono a millantare mirabolanti miglioramenti, spesso in realtà solo apparenti o non sostanziali; stando alle regole di un certo mercato dell’informatica, ogni scuola dovrebbe rinnovare il suo “parco computer” ogni due o tre anni, con una spesa probabilmente insostenibile per il bilancio del MIUR. Facciamo qualche esempio.
Tra il sistema operativo Windows 95 e la versione del 1998 – ovviamente ci riferiamo ad un utilizzo non professionale – non ci sono sostanziali differenze, tanto che i programmi che “girano” (funzionano) su quest’ultimo possono tranquillamente essere utilizzati anche con la versione precedente; per utilizzare al meglio Windows 98, è però necessario un computer più potente di quello richiesto per Windows 95; conseguentemente un PC di qualche anno fa “farà un po’ fatica” se userà l’ultima versione di Windows (tutto sembrerà più lento, tanto da far ritenere necessario, in molti casi, cambiare o potenziare il computer).
È evidente la differenza che passa tra una fiammante Mercedes superaccessoriata ed una vecchia Panda; questa differenza appare però abissale solo in certi contesti, come, ad esempio, un lungo viaggio, ma, nella sostanza, con una Panda si va a fare la spesa come con la Mercedes; operazioni come scrivere un testo, stendere una prova strutturata o spedire messaggi di posta elettronica sono, nel nostro esempio, paragonabili ad andare a fare la spesa.
Per comprendere questo fatto non è necessario essere esperti di informatica. Cosa fa un computer? Elabora misteriosi dati, giusto? Perché un computer viene considerato più veloce di un altro? Perché elabora i dati più velocemente. Ora, poniamo che un computer “vecchio” riesca ad elaborare una quantita X di dati in un secondo; un computer “nuovo”, mettiamo cento volte più veloce, impiegherà, ovviamente un centesimo di secondo per effettuare la stessa operazione, ma la differenza di tempo non sarà praticamente percettibile; se la quantità di dati da elaborare fosse 100X la differenza tra i due computer sarebbe abissale, tanto da indurci a… buttare via il vecchio computer; ora: la quantità di dati da elaborare al secondo se ci si collega ad Internet è solo X, dato che le linee telefoniche, almeno per ora, non possono trasmetterne di più; quindi la potenza dei nuovi processori non può essere sfruttata appieno in questo contesto; riprendendo il paragone delle automobili: se il limite di velocità è 130 Km orari, la Panda e la Ferrari non possono che procedere affiancate, anche se la prima al limite delle sue possibilità e la seconda in perfetta tranquillità, lo stesso accade per la posta elettronica.
I computer in grado di utilizzare solo il sistema operativo MSDOS sono in effetti da considerare obsoleti e comunque macchinosi, per quanto con essi sia comunque possibile scrivere testi o gestire archivi. Ma già un computer con processore (il “cuore” del PC, l’elemento che compie i calcoli) 386 ed almeno 4 Mega di RAM può dare delle soddisfazioni; è importante però che su esso sia installata una vecchia versione di Windows (la “3.1”), sicuramente meno versatile di Windows 98, ma dotata anch’essa di un’interfaccia ad icone (le immaginette da “cliccare” con il puntatore del mouse) di intuitivo utilizzo; un computer del genere può essere adoperato per gestire archivi (ad esempio di libri), per scrivere testi (purché non lunghissimi o ricchi di immagini), per spedire e ricevere messaggi di posta elettronica e, addirittura, per navigare in Internet, sia pure senza pretendere di visualizzare immagini o filmati.
Il, meritatamente, più diffuso programma di videoscrittura, Word 97 (o 2000)della Microsoft, ad esempio, non è utilizzabile su un vecchio computer; tuttavia, usando ovviamente la stessa stampante, un breve testo scritto con questo programma non presenta alcuna differenza (né nel risultato finale né nella fase di realizzazione) con uno creato utilizzando l’elaboratore di testi fornito “in dotazione” a Windows 3.1 (chiamato Write). È chiaro che le potenzialità di Word sono enormemente superiori, ma è importante considerare per quali scopi si vuole adoperare un PC.
Per visualizzare CDROM dell’ultima generazione sono invece indispensabili computer più recenti, ma questo, a volte, solo per strategie di mercato. Consideriamo, ad esempio, un’opera su CDROM tra le più diffuse ed apprezzate nelle scuole: Encyclomedia, diretta da Umberto Eco; nata qualche anno fa, può essere utilizzata da un 486 con 8 Mega di Ram e sistema operativo Windows 3.1; la versione più recente, sostanzialmente identica alla precedente, adattata però a Windows 95/98 richiede come minimo un processore Pentium. La scuola, con la sua “forza numerica” potrebbe imporre e non subire le regole del mercato; è evidente che tra qualche anno anche computer oggi nuovissimi, costati fior di milioni, saranno considerati obsoleti, ma se le scuole non accettassero questa logica di “obsolescenza forzata” potrebbero costringere le case produttrici di software (programmi) ad adeguarsi.
È opportuno fare un breve cenno a sistemi come Linux che, sfruttando meglio le risorse del computer, garantiscono prestazioni buone anche su elaboratori vecchi. Certo, Linux non è ancora in grado di sostituire Windows pienamente, per via di una interfaccia ancora troppo ostica per chi è alle primissime armi, ma negli ultimi tempi il sistema è molto progredito su questo fronte e siamo convinti che negli anni a venire conquisterà sempre più spazio.
Concludendo: solo per applicazioni professionali di grafica, per gestire immagini ad alta definizione o filmati e, cosa che stupisce molti, per utilizzare i più recenti videogiochi sono indispensabili computer potenti.
3) INTERNET NASCONDE DEI PERICOLI
Questo luogo comune corrisponde, purtroppo, almeno in parte, alla realtà: come nella vita reale, in rete è presente tutto e il contrario di tutto. I mass media si soffermano spesso a parlare della pornografia presente in rete, contribuendo, chissà quanto inconsapevolmente, ad accrescere la curiosità verso questo fenomeno.
Un’adolescente messo da solo davanti ad un computer collegato ad Internet inevitabilmente cercherà immagini che… stimolino la sua fantasia; i problemi possono nascere se si imbatte in un sito pornografico osceno, magari con immagini di pedofilia, zoofilia o violenza; non si tratta di fare del moralismo: chi scrive non si scandalizza di certo se un adulto desidera guardare immagini pornografiche o organizzare scambi di coppia in rete, ma non può negare che è tutta da valutare l’opportunità di far entrare in contatto un adolescente o, peggio, un bambino, con queste realtà.
Esistono strumenti di prevenzione, cioè, ad esempio, software che tentano di impedire l’accesso ai siti pornografici, ma di certo è sempre opportuna anche la sorveglianza, necessaria del resto in ogni caso e in ogni contesto: mentre i ragazzi fanno esercizi in palestra, mentre sono in gita scolastica, mentre sono in aula. I casi di “adescamento via Internet” di cui ogni tanto si parla sono invece estremamente improbabili.
4) L’USO DEL PERSONAL COMPUTER È FACILE…
Alcuni ritengono difficilissimo avvicinarsi alle tecnologie informatiche, mentre i mezzi di comunicazione tendono a volte a ridimensionarne le difficoltà (in alcuni spot pubblicitari, l’utilizzo di Internet, ad esempio, appare erroneamente simile a quallo di un televisore). Come spesso accade, la verità sta nel mezzo: usare un PC per scopi non professionali non è particolarmente complicato, ma necessita comunque sia di una base di conoscenze teoriche sia, forse prevalentemente, di esperienza acquisita mediante “tentativi ed errori”. Non è necessario conoscere nel dettaglio le modalità di funzionamento di un computer, ma è importante rendersi conto della funzione (e solo di questa) che svolgono alcuni componenti. Non è necessario saper realizzare dei programmi, ma per utilizzarli è di fondamentale importanza conoscerne i principi generali di funzionamento. È in effetti possibile compiere qualche semplice operazione senza avere “basi teoriche” ed utilizzando un elaboratore già “preparato” da chi ce l’ha venduto o da qualche amico esperto, ma, alla prima difficoltà, non si saprà… dove mettere le mani.